In Italia, possedere particolari specie di animali domestici pericolosi può portare a severe conseguenze.
La normativa italiana, infatti, secondo quanto previsto dalla legge n. 150 del 1992, vieta a chiunque la commercializzazione o la semplice detenzione in cattività di mammiferi e rettili selvatici, anche se provenienti da allevamenti, che possano costituire un pericolo per la salute o l’incolumità pubblica, o che possano arrecare effetti mortali o trasmettere malattie infettive all’uomo.
L’elenco degli animali pericolosi è contenuto all’interno di un decreto interministeriale riportante data 1996, e comprende vari mammiferi e rettili, con esclusione dunque dei volatili.
Le conseguenze dell’illecita detenzione sono anche penali.
Tuttavia vi è la possibilità di ottenere una autorizzazione prefettizia alla detenzione di questi animali, purché in possesso di idonee strutture di custodia, e munendosi di documenti particolari di «identità» che permettano di dimostrare l’origine legale dell’animale, oltre a dover ottenere l’autorizzazione da parte del Comune tramite il Servizio veterinario dell’Asl competente per territorio e, per le specie per le quali è prevista, copia autentica della denuncia di possesso al Servizio Certificazioni Cites.