Lo Studio Legale Nappo nasce con l’obiettivo di offrire alla Clientela assistenza e consulenza con particolare attenzione alle questioni riguardanti il diritto commerciale e societario, il diritto tributario, il diritto informatico, la contrattualistica, la protezione dei dati, i marchi e brevetti, nonché in ambito di diritto del lavoro e previdenziale, offrendo al cliente strumenti validi e continuità del servizio, serietà, competenza, preparazione e celerità d'azione per rispondere in tempo reale alle problematiche sottoposte. L’attività professionale offerta è sia di carattere stragiudiziale, sia di carattere giudiziale avanti a tutte le Magistrature. Attualmente l'Avv. Milena Nappo è DPO Certificato e Gestore della Crisi da Sovraindebitamento, è inserito nell'elenco dei legali esterni di ANAS Emilia Romagna e del Comune di Terre del Reno, è consigliere del Gruppo Professioni CNA di Ferrara e membro del CID CNA Impresa Donna Ferrara, è consulente per ASPPI Ferrara - Poggio Renatico, e fa parte della prestigiosa associazione Fidapa BPW Italy.

MEDIAZIONE: OBBLIGATORIA O FACOLTATIVA?

La Corte costituzionale ha dichiarato la illegittimità costituzionale, per eccesso di delega legislativa, del d.lgs. 4 marzo 2010, n. 28 nella parte in cui ha previsto il carattere obbligatorio della mediazione.



Questo il testo del comunicato dell'Ufficio Stampa della Corte.






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PATENTE: COME NON FARSI DECURTARE I PUNTI?


La Corte Costituzionale, con sentenza n. 27/2005 ha precisato che nel caso in cui il proprietario ometta di comunicare i dati personali e della patente del conducente, trova applicazione la sola sanzione pecuniaria di cui all’articolo 180, comma 8, del codice della strada, ma non la decurtazione dei punti.








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Corte Costituzionale - Sentenza 27 del 24.01.2005


SUPREMA CORTE COSTITUZIONALE
sentenza del 24 gennaio 2005 n. 27


Nei giudizi di legittimità costituzionale dell’art. 204-bis, comma 3, del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285 (Nuovo codice della strada), disposizione introdotta dall’art. 4, comma 1-septies, del decreto-legge 27 giugno 2003, n. 151 (Modifiche ed integrazioni al codice della strada), convertito con modificazioni nella legge 1° agosto 2003, n. 214, e dell’art. 126-bis, comma 2, del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, aggiunto dall’art. 7 del decreto legislativo 15 gennaio 2002, n. 9 (Disposizioni integrative e correttive del nuovo codice della strada, a norma dell’articolo 1, comma 1, della legge 22 marzo 2001, n. 85), modificato dall’art. 7, comma 3, lettera b), del decreto-legge 27 giugno 2003, n. 151, convertito con modificazioni nella legge 1° agosto 2003, n. 214, promossi con ordinanze dell’8 novembre 2003 dal Giudice di pace di Voltri, del 5 dicembre 2003 dal Giudice di pace di Mestre, del 23 febbraio 2004 dal Giudice di pace di Ficarolo, del 16 marzo 2004 dal Giudice di pace di Bra, del 17 febbraio 2004 dal Giudice di pace di Mestre, del 26 gennaio 2004 dal Giudice di pace di Montefiascone, del 30 e del 26 aprile 2004 dal Giudice di pace di Lanciano, del 12 maggio 2004 dal Giudice di pace di Carrara e del 10 maggio 2004 (n. 2 ordinanze) dal Giudice di pace di Casale Monferrato, rispettivamente iscritte ai nn. 120, 267, 465, 503, 569, 575, 643, 658, 701, 721 e 722 del registro ordinanze 2004 e pubblicate nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica nn. 11, 23, 25, 26, 32, 36 e 38, prima serie speciale, dell’anno 2004.

MEDIAZIONE: COSA SUCCEDE SE NON MI PRESENTO IN MEDIAZIONE?


Con sentenza del 25 giugno 2012 il Tribunale di Siena ha sancito alcuni principi interessanti in tema di mancata comparizione senza giustificato motivo in mediazione.





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In particolare il Tribunale ha stabilito che il comportamento della parte che non si è presentata in mediazione costituisce frode alla legge, perché posta volontariamente in violazione di una norma imperativa, posta a tutela del giusto processo, e che lo scopo di eludere l’obbligatorietà della mediazione fosse stato efficacemente perseguito dalle parti attrici opponenti, in contrasto con detta norma imperativa.

STRADA ALLAGATA: SUSSISTE IL DIRITTO DI RISTORO?

Quanti automobilisti sono rimasti bloccati a causa di un allagamento delle strade percorse? E quanti hanno subito dei danni, anche al proprio mezzo, a causa di tali allagamenti? Quanti negozianti si sono ritrovati con i locali allagati a causa del malfunzionamento di tombini?






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Ebbene, la Suprema Corte di Cassazione si è pronunciata recentemente a favore degli automobilisti e dei negozianti che hanno subito conseguenze dannose a seguito della copiosa caduta di acqua piovana nella propria città, riconoscendo il loro diritto al risarcimento dei danni causati.


Da oggi quindi sarà possibile richiedere il risarcimento del danno al proprio Comune, ovvero all'Anas, per le strade di competenza, per non aver previsto un sistema di deflusso e aspirazione dell'acqua sempre funzionante, tale da evitare situazioni di pericolo per gli utenti della strada e ai titolari di attività a questa limitrofe.


Fonte: Cassazione civile , sez. VI, ordinanza 27.10.2011 n° 22479

LA NUOVA FERRARA - Agguato mortale, fermato un giovane

E’ un marocchino di 23 anni accusato di omicidio aggravato in concorso. Poco prima era stato salvato da un linciaggio

Salvato per un soffio dalla ritorsione di un gruppo di tunisini e poi fermato con l’accusa di omicidio aggravato in concorso per il delitto del sottomura di via Baluardi. E’ la parabola percorsa martedì notte da un cittadino marocchino di 23 anni, che si trova ora in stato di fermo di polizia giudiziaria. Il provvedimento è maturato in seguito a un intervento in un bar di Santa Maria Maddalena, dove poco dopo le 21 di martedì i carabinieri di Occhiobello hanno chiesto il supporto delle Volanti di Ferrara per scongiurare una rissa. 







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Secondo una prima ricostruzione il giovane si trovava nel locale insieme alla compagna e a un’amica, quando un gruppo di tunisini lo avrebbe indicato come il responsabile, o uno dei responsabili, del regolamento di conti costato la vita ad Hamad Tarek, tunisino di 25 anni, colpito da diversi fendenti di scimitarra e morto dissanguato domenca sera. I connazionali della vittima lo hanno accerchiato minacciosamente, ma l’arrivo delle forze dell’ordine ha impedito che la situazione degenerasse. Il 23enne nel tentativo di fuggire si è semplicemente ferito a un ginocchio, ed è poi stato portato in questura per essere ascoltato, assistito dall’avvocato Milena Nappo nominata d’ufficio. Gli inquirenti sulla circostanza mantengono il più stretto riserbo, ma in queste ore le indagini della squadra mobile coordinate dal pm Ciro Savino stanno procedendo a pieno ritmo. Al vaglio degli inquirenti non ci sarebbe solo la posizione del 23enne fermato a Santa Maria Maddalena, ma di altre persone ascoltate nelle ore immediatamente successive alla tragedia. La stessa contestazione formulata nei confronti del 23enne marocchino, omicidio in concorso, conferma l’ipotesi di più persone indagate o ricercate per la morte di Hamad Tarek. Anche la versione fornita dal minorenne marocchino trovato ferito in viale Volano, e che contrasta con altre testimonianze, hanno reso più critica la posizione del ragazzo. In particolare, al termine della lunga nottata di interrogatori in Questura, l’attenzione degli inquirenti si sarebbe concentrata su un gruppo molto ristretto di persone, e non è escluso che nelle prossime ore l’inchiesta possa approdare a un’ulteriore svolta.
La spedizione punitiva in via Baluardi ha suscitato allarme e preoccupazione proprio per lo scenario di sanguinose lotte tra bande rivali che ha rivelato. Un episodio ancora più inquietante, se si considera che l’aggressione mortale è avvenuta praticamente sotto gli occhi di podisti e ciclisti attorno alle 20.30, quando ancora c’era luce. Su tutto, il timore di altre future ritorsioni, e la necessità di chiudere presto il cerchio.
Alessandra Mura

IL RESTO DEL CARLINO - Crolli, parte l'indagine sulle macerie

Nominati i consulenti per accertare le responsabilità nella morte dei 4 operai
di Benedetta Salsi


Ferrara, 26 giugno 2012 - Avranno 60 giorni di tempo (prorogabili) per accertare le cause dei crolli delle aziende dell’Alto ferrarese; quei tre capannoni che, dopo la scossa del 20 maggio scorso, si sono accartocciati e hanno sepolto l’esistenza di quattro operai: Nicola Cavicchi, di 35 anni e Leonardo Ansaloni, di 51 (che lavoravano alla Caramica Sant’Agostino); Gerardo Casaro, 55 anni (alla Tecopress di Dosso) e Tarik Naouch, di 29 (alla Ursa di Stellata). Sono stati infatti nominati ieri mattina i consulenti della procura e delle parti civili all’interno delle tre inchieste che vedono al centro le tre ditte e i loro responsabili (28 in tutto gli indagati). 









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Le perlustrazioni partiranno a ore: giovedì per Tecopress e Ceramica, venerdì alla Ursa. La procura ha nominato come consulente tecnico, per tutte e tre le aziende, l’ingegner Claudio Comastri che si avvarrà della collaborazione della professoressa Alessandra Aprile (di Unife), dell’ingegner Elisa Maniezzo (di Rovigo), il professor Matteo Berti (geologo dell’università di Bologna) e Marco Baglioni di Tresigallo.
Partirà quindi lo sgombero delle macerie, con la collaborazione dei carabinieri di Sant’Agostino e dei vigili del fuoco. I frammenti dei capannoni verranno sollevati, tagliati, campionati e analizzati per arrivare alla verità. Capire cioè se ci siano responsabilità specifiche o errori nella progettazione o nell’edificazione degli immobili. Andranno verificate la qualità dei materiali, la robustezza delle strutture e la corrispondenza tra i progetti e le concrete costruzioni. Le difese degli indagati, a tutela, ieri hanno conferito gli incarichi ai loro consulenti.

Per la Ursa di Stellata Franco Mantero, presidente dell’ordine degli ingegneri di Ferrara (difeso dall’avvocato Caniato) ha nominato Felice Monaco di Bologna; Christian Alexandre Michel (avvocati Mazzacuva e Quintana) e Simone Marescotti (avvocato Mazzacuva), Paolo Cicchetti di Roma; Pierantonio Cerini (avvocato Taffi di Arezzo), L’ingegner Carlo Schiatti di Arezzo; Mauro Monti, ingegnere capo della Provincia di Ferrara e collaudatore della Ursa (avvocato Valgimigli), il tecnico Alessandro Strozzi. Ancora nessun consulente per Simonello Marchesini (avvocato Annetta), Dante Dall’Olio (avvocato Girani di Imola) e Anton Guido Pieri (avvocato Gionchetti). Per le persone offese l’avvocato Claudia Tassinari ha nominato Antonio Formisano e Federico Mazzolani, di Napoli.


ALLA Tecopress di Dosso il legale rappresentante Enzo Dondi (difeso dall’avvocato Marzola) ha nominato Antonio Tralli; la responsabile della sicurezza Elena Parmeggiani, Giovanni Sorrentino di Trento; per Umberto Cavallaro l’ingegner Paolo Marini di Legnago; per il geometra Antonio Proni, l’ingegner Michele Cocchi; per il geologo Marco Mantovani, Aldo Di Bernardo di Lonato (tutti difesi da Patrizio Zagatti); per Dario Gagliandi, Paolo Riva di Bergamo; per Mauro Castelvedere, Oliviero, Giovanni Andrea e Massimo Caprini (avvocato Marcello Vescovi), l’ingegner Stefano Rosmani di Ghedi; per  Angelo Domenico e Benvenuto Giuseppe Antonini, Carlo Gorio di Orzinuovi; per Cosimo Giuffrida (avvocato Milena Nappo), Fabio Vettorello di Noventa Vicentina; per Modesto Cavicchi, collaudatore dell’opera, l’architetto Mauro Cavicchi di Cento. Nessun consulente per Angelo Bardi, direttore dei lavori di montaggio strutture cemento armato. Per le parti offese, la famiglia Cesaro (avvocato da Fabio Anselmo), nominato l’ingegner Pierluigi Valentini di Molinella.
E ancora. Alla Ceramica Sant’Agostino per il titolare Ennio Manuzzi sono stati nominati l’ingegner Maurizio Merli di Bologna e Giovanni Lercari di Genova; per Andrea Fipertani, l’ingegner Giada Gasparini; per Andrea Govoni Maurizio Merli e Giada Gasparini (tutti difesi dall’avvocato Caniato); per Bruno Luigi Formigoni, Alberto Dal Lago di Milano. Nessuno per la geologa dei terreni Marilena Martinucci. Per le parti offese (la famiglia Ansaloni, difesa dall’avvocato Roberto Neri di Modena e la famiglia Cavicchi, difesa da Fabio Anselmo) è stato nominato come consulente tecnico l’ingegner Domenico Carlini di Ferrara.

Suprema Corte di Cassazione - Sezione Lavoro - Sentenza 10426 del 22 giugno 2012



SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE
SEZIONE LAVORO
sentenza del 22 giugno 2012 n. 10426
Motivi della decisione 


Con il primo ricorso si deduce la violazione e falsa applicazione dell'art. 2119 c.c. (in correlazione allo specifico contenuto delittuoso dell'infrazione contestata), nonchè il vizio di motivazione in relazione all'art. 360, comma 1, nn. 3 e 5 c.pc.. L'espressione utilizzata dall'intimato e rivolta alla dott.ssa ______ era gravemente ingiuriosa, intimidatoria ed era stata rivolta ad un superiore gerarchico che era stato deriso ed apostrofato; inoltre la condotta era ancor più grave se si considera che la ____ era una donna e che la frase contestata aveva un particolare carattere irriverente e discriminatorio, proprio sotto questo profilo. L'intimato si era reso gravemente inadempiente proprio in relazione agli obblighi fondamentali del rapporto di lavoro.








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Il motivo appare infondato. Posto che non è controverso che la frase contestata sia stata pronunciata, la Corte territoriale ha attentamente valutato il contesto in cui la stessa risulta essere stata pronunciata; come già accennato, alla stregua delle risultanze istruttorie, è emerso che la frase era stata pronunciata in un contesto non di contrapposizione tra la _____ e il ____ e che era stata preceduta da affermazioni di ordine scherzoso ed infine la stessa frase non era stata direttamente rivolta alla ____ che distava circa 15 metri (secondo un teste anche di più); prima del fatto di cui è processo non vi erano stati altri episodi tra i due. La Corte ha poi esaminato le disposizioni della contrattazione collettiva che prevede come sanzione il recesso solo se il diverbio litigioso è seguito dal ricorso a "vie di fatto...nel recinto dello stabilimento e che rechi grave pregiudizio alla vita aziendale". Anche se la tipizzazione di matrice collettiva non esclude che al fatto possa essere attribuita comunque una diversa gravità in considerazione delle modalità in cui è avvenuto, essa costituisce una indicazione importante circa l'idoneità sanzionatoria di misure non espulsive per comportamenti che comunque non abbiano raggiunto una soglia importante di intolleranza ed aggressività. Pertanto la Corte territoriale ha ritenuto che la condotta tenuta dal ___ pur spiacevole ed inopportuna, soprattutto perchè tenuta nei confronti di una donna, non sia di tale gravità da poter compromettere il rapporto fiduciario tra le parti, considerato che si era trattato di mera intemperanza verbale, immediatamente cessata e non seguita da comportamenti scorretti di altra natura, inidonea a dimostrare una volontà di insubordinazione o di aperta insofferenza nei confronti del potere disciplinare ed organizzativo del datore di lavoro che ben poteva essere sanzionata con una misura non a carattere espulsivo. Ora la motivazione appare congrua e logicamente coerente e supportata da precisi ed univoci riferimenti alle risultanze processuali che hanno consentito di ridimensionare la gravità dei fatti e di circoscrivere l'episodio che, sia pur censurabile, non dimostra la volontà dell'intimato di sottrarsi alla disciplina aziendale o di insubordinarsi, essendo rimasto nei limiti di una (pur certamente stigmatizzabile) intemperanza verbale. Le censure, oltre che generiche e non supportate da richiami puntuali alle risultanze processuali, appaiono di merito, come tali innamissibili in questa sede.



Con il secondo motivo si deduce la violazione e falsa applicazione dell'art. 2697 c.c., dell'art. 5 L. n.604/66, dell'art. 244 c.p.c. Nonchè il vizio di motivazione in relazione all'art. 360 comma 1, nn. 3 e 5 c.p.c. Si era indebitamente valorizzata la deposizione del teste "amico" del ricorrente ___ che aveva qualificato la frase come una mera battura, mentre si trattava di grave aggressione verbale ad un superiore gerarchico.
Il motivo appare infondato in qaunto muove censure di mero fatto alla sentenza impugnata, senza neppure offrire una ricostruzione puntuale nè delle dichiarazioni rese dal teste ____ che si assume "compiacente" nei confronti del ___ nè di quanto complessivamente emerso dall'istruttoria espletata. L'allegazione per cui si tratterebbe di un "amico" del ____ non è comprovata in alcun modo, nè si offrono argomenti ulteriori che possano portare a dubitare dell'attendibilità del detto teste che, pealtro, circa la distanza tra il ___ e la ___ al momento in cui fu pronunciata la frase contestata emerge dalla sentenza impugnata aver reso dichiarazioni meno favorevoli al _____ rispetto a quelle rese da altro testimone (____), di cui non si parla nel motivo. Come già ricordato sul punto della ricostruzione del contesto in cui avvenne il fatto la sentenza appare molto attentamente motivata con specifici riferimenti alle risultanze istruttorie, mentre le censure mosse nel motivo sono assolutamente generiche e di merito.




Con il terzo motivo si allega la violazione dell'art. 2119 c.c., dell'art. 3 L. n. 604/66 nonchè il vizio di motivazione in relazione all'art. 360, comma 1, nn. 3 e .
L'inadempimento era di estrema gravità e tale da minare il rapporto fiduciario tra le parti. Andavano considerati anche i precedenti disciplinari del ____ e comunque si trattava di un grave inadempimento tale da giustificare quanto meno il licenziamento per giustificato motivo soggettivo.




Il motivo appare infondato per quanto detto supra; la Corte territoriale ha già ampiamente valutato il comportamento tenuto dal ____ riconducendo l'episodio nei limiti di una mera intemperanza verbale, nè receduta, nè seguita da ulteriori episodi, certamente inidonea ad integrare un'ipotesi di "grave inadempimento". La motivazione appare congrua e logicamente coerente; le censure sono di mero fatto e tendono ad una rivalutazione della prova inammissibile in questa sede. Circa il mancato esame dei precedenti disciplinari da un lato non è stata contestata alcuna recidiva al ____, dall'altro lato parte ricorrente non ha documentato nel motivo se e come la questione sia stata sottoposta come motivo di gravame all'attenzione del Giudice di appello (che non tratta affatto la questione, nè la menziona tra i motivi di appello), contravvenendo pertanto al principio di auosufficienza del ricorso in cassazione.
Si deve quindi rigettare il proposto appello. Le spese di lite – liquidate come al dispositivo – seguono la soccombenza.


PQM

La Corte:
rigetta il ricorso. Condanna la ricorrente al pagamento delle spese del giudizio di legittimità che si liquidano in euro 40,00 per esborsi, nonchè per onorari di avvocato che si liquidano in euro 2.500,00 oltre IVA, CPA e spese generali da distrarsi in favore dell'antistatario avv.to ___
Così deciso in Roma nella camera di consiglio del 3.4.2012
Depositato in cancelleria il 22 giugno 2012

SI PUO' MANDARE A QUEL PAESE IL PROPRIO DATORE DI LAVORO?

Mandare a quel paese il proprio capoufficio 












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non giustifica il licenziamento, purché il fatto resti circoscritto ad un solo episodio.


Così si è pronunciata la Suprema Corte di cassazione, che ha respinto il ricorso di una azienda che si era opposta alla reintegra di un dipendente licenziato per aver mandato a quel paese un superiore.


Testo aggiornato del decreto-legge 7 maggio 2012 n. 52




Testo del decreto-legge 7 maggio 2012 , n. 52 (in Gazzetta Ufficiale - serie generale - n. 106 dell'8 maggio 2012), coordinato con la legge di conversione 6 luglio 2012 n. 94 (in questa stessa Gazzetta Ufficiale alla pag. 1), recante: «Disposizioni urgenti per la razionalizzazione della spesa pubblica».

(GU n. 156 del 6-7-2012)

Avvertenza:

Il testo coordinato qui pubblicato e' stato redatto dal Ministero della giustizia ai sensi dell'art. 11, comma 1, del testo unico delle disposizioni sulla promulgazione delle leggi, sull'emanazione dei decreti del Presidente della Repubblica e sulle pubblicazioni ufficiali della Repubblica italiana, approvato con D.P.R. 28 dicembre 1985, n. 1092, nonché dell'art. 10, commi 2 e 3, del medesimo testo unico, al solo fine di facilitare la lettura sia delle disposizioni del decreto-legge, integrate con le modifiche apportate dalla legge di conversione, che di quelle modificate o richiamate nel decreto, trascritte nelle note. Restano invariati il valore e l'efficacia degli atti legislativi qui riportati.

Le modifiche apportate dalla legge di conversione sono stampate con caratteri corsivi.

Tali modifiche sul video sono riportate tra i segni ((...))
A norma dell'art. 15, comma 5, della legge 23 agosto 1988, n. 400 (Disciplina dell'attività di Governo e ordinamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri), le modifiche apportate dalla legge di conversione hanno efficacia dal giorno successivo a quello della sua pubblicazione.








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Capo I
Norme organizzative



Art. 1


Comitato interministeriale per la revisione della spesa pubblica

1. Al fine di coordinare l'azione del Governo e le politiche volte all'analisi e al riordino della spesa pubblica, e' istituito un Comitato interministeriale, presieduto dal Presidente del Consiglio dei Ministri e composto dal Ministro delegato per il programma di Governo, dal Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione e dal Ministro dell'economia e delle finanze o vice Ministro da lui delegato e dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con funzioni di Segretario del Consiglio dei Ministri. Il Presidente del Consiglio dei Ministri con proprio decreto puo' modificare la composizione del Comitato, ((sentite le Commissioni parlamentari competenti)). Il Comitato svolge attivita' di indirizzo e di coordinamento, in particolare, in materia di revisione dei programmi di spesa e dei trasferimenti a imprese, razionalizzazione delle attivita' e dei servizi offerti, ridimensionamento delle strutture, riduzione delle spese per acquisto di beni e servizi, ottimizzazione dell'uso degli immobili e nelle altre materie individuate dalla direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 3 maggio 2012.
((1-bis. Ai fini dell'attuazione dell'articolo 01 del decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 settembre 2011, n. 148, il Governo, sulla base della proposta del Comitato di cui al comma 1, presenta al Parlamento entro il 30 settembre 2012 un programma per la riorganizzazione della spesa pubblica coerente con la legge 4 marzo 2009, n. 15, nel quale sono specificati i singoli interventi e le misure adottati o in via di adozione per il conseguimento degli obiettivi di riduzione della spesa pubblica, nonche' forme di monitoraggio sullo stato di attuazione degli stessi al fine di valutarne la relativa efficacia. Il programma individua, anche attraverso la sistematica comparazione di costi e risultati a livello nazionale ed europeo, eventuali criticita' nella produzione ed erogazione dei servizi pubblici, anche al fine di evitare possibili duplicazioni di strutture ed implementare le possibili strategie di miglioramento dei risultati ottenibili con le risorse stanziate. Al programma e' associata l'indicazione dei risparmi di spesa per ogni singolo intervento di riorganizzazione della spesa pubblica.
1-ter. Nell'ambito della risoluzione parlamentare approvativa della Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza 2012, sono indicati i disegni di legge collegati alla manovra finanziaria per il triennio 2013-2015, mediante i quali attuare le riorganizzazioni della spesa pubblica di cui al comma 1-bis.
1-quater. Entro venti giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, il Comitato provvede a definire le modalita' di predisposizione del programma di cui al comma 1-bis e della relativa attuazione e, per il tramite della Presidenza del Consiglio dei ministri, ne da' comunicazione al Parlamento, al fine dell'espressione del parere, entro trenta giorni dalla trasmissione, da parte delle Commissioni parlamentari competenti per i profili finanziari.
1-quinquies. Ai fini dell'esercizio delle attivita' di cui al comma 1-bis, nonche' per garantire l'uso efficiente delle risorse pubbliche, il Governo, avvalendosi del Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato e con la collaborazione del Commissario di cui all'articolo 2, a decorrere dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto da' inizio ad un ciclo di razionalizzazione della spesa pubblica mirata alla definizione dei costi standard dei programmi di spesa delle amministrazioni centrali dello Stato. Per le amministrazioni periferiche dello Stato sono proposte specifiche metodologie per quantificare i relativi costi, anche ai fini di una piu' efficiente allocazione delle relative risorse nell'ambito della loro complessiva dotazione di bilancio, tale da renderle effettivamente utilizzabili da parte delle amministrazioni medesime.))

Art. 1 bis



Determinazione dei costi e dei fabbisogni standard di comuni, citta' metropolitane, province e regioni

1. Ai fini dell'esercizio delle attivita' di cui al presente decreto e per l'efficace realizzazione della revisione della spesa pubblica, in particolare in campo sanitario, il Governo verifica prioritariamente l'attuazione della procedura per l'individuazione dei costi e dei fabbisogni standard e degli obiettivi di servizio, secondo quanto previsto dal decreto legislativo 26 novembre 2010, n. 216, e dall'articolo 13 del decreto legislativo 6 maggio 2011, n. 68, provvedendo all'acquisizione e alla pubblicazione dei relativi dati entro il 31 dicembre 2012, nonche' a ridefinire i tempi per l'attuazione dei medesimi decreti sui costi e i fabbisogni standard entro il primo quadrimestre del 2013.))

Art. 2



Commissario straordinario per la razionalizzazione della spesa per acquisti di beni e servizi

1. Nell'ambito della razionalizzazione della spesa pubblica ed ai fini di coordinamento della finanza pubblica, di perequazione delle risorse finanziarie e di riduzione della spesa corrente della pubblica amministrazione, garantendo altresi' la tutela della concorrenza attraverso la trasparenza ed economicita' delle relative procedure, il Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell'economia e delle finanze e del Ministro per i rapporti con il Parlamento delegato per il programma di Governo, puo' nominare un Commissario straordinario, al quale spetta il compito di definire il livello di spesa per acquisti di beni e servizi, per voci di costo, delle amministrazioni pubbliche. Il Commissario svolge anche compiti di supervisione, monitoraggio e coordinamento dell'attivita' di approvvigionamento di beni e servizi da parte delle pubbliche amministrazioni, anche in considerazione dei processi di razionalizzazione in atto((, nonche', senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, attivita' di ottimizzazione, in collaborazione con l'Agenzia del demanio, dell'utilizzazione degli immobili di proprieta' pubblica, anche al fine di ridurre i canoni e i costi di gestione delle amministrazioni pubbliche)). Il Commissario collabora altresi' con il Ministro delegato per il programma di governo per l'attivita' di revisione della spesa delle pubbliche amministrazioni.
2. Tra le amministrazioni pubbliche sono incluse tutte le amministrazioni, autorita', anche indipendenti, organismi, uffici, agenzie o soggetti pubblici comunque denominati e gli enti locali, nonche' le societa' a totale partecipazione pubblica diretta e indiretta e ((le societa' non quotate controllate da soggetti pubblici nonche', limitatamente alla spesa sanitaria,)) le amministrazioni regionali commissariate per la redazione e l'attuazione del piano di rientro dal disavanzo sanitario. ((Alle societa' a totale partecipazione pubblica e alle loro controllate che gestiscono servizi di interesse generale su tutto il territorio nazionale la disciplina del presente decreto si applica solo qualora abbiano registrato perdite negli ultimi tre esercizi. Ciascuna amministrazione puo' individuare, tra il personale in servizio, un responsabile per l'attivita' di razionalizzazione della spesa pubblica di cui al presente decreto; l'incarico e' svolto senza corresponsione di indennita' o compensi aggiuntivi.
2-bis. La Presidenza della Repubblica, il Senato della Repubblica, la Camera dei deputati e la Corte costituzionale, in conformita' con quanto previsto dai rispettivi ordinamenti, valutano le iniziative volte a conseguire gli obiettivi di cui al presente decreto.
3. (soppresso).))
4. Per la definizione del livello di spesa di cui al comma 1, nelle regioni, salvo quanto previsto dal comma 2, il Commissario, nel rispetto ((dei principi)) di sussidiarieta', ((di differenziazione, di adeguatezza)) e di leale collaborazione, formula proposte al Presidente della regione interessata, comunicandole al Ministero dell'economia e delle finanze.
5. Per le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano le disposizioni di cui al presente decreto costituiscono principi di coordinamento della finanza pubblica.

Art. 3



Organizzazione e programma di lavoro

1. Il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri di nomina del Commissario straordinario stabilisce: a) la durata, comunque non superiore ad un anno, dell'organo; b) l'indennita' del Commissario, comunque non superiore al trattamento economico complessivo correlato all'incarico di dirigente generale nell'ambito della Presidenza del Consiglio dei Ministri; c) l'eventuale nomina di due subcommissari, i quali coadiuvano il Commissario nell'esercizio delle sue funzioni e prestano la loro opera a titolo gratuito, fatto salvo il solo rimborso delle spese effettivamente sostenute, a carico degli ordinari stanziamenti di bilancio della Presidenza del Consiglio dei Ministri; c) l'eventuale nomina di due subcommissari, i quali coadiuvano il Commissario nell'esercizio delle sue funzioni e prestano la loro opera a titolo gratuito, fatto salvo il solo rimborso delle spese effettivamente sostenute, a carico degli ordinari stanziamenti di bilancio della Presidenza del Consiglio dei Ministri; d) gli uffici, il personale e i mezzi della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero dell'economia e delle finanze dei quali il Commissario puo' avvalersi, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, nell'esercizio delle sue funzioni.
2. Il Commissario presenta entro 15 giorni dalla nomina un programma di lavoro al Comitato interministeriale di cui all'articolo 1, che ne verifica l'attuazione sulla base di relazioni mensili del Commissario. ((Il programma di lavoro e le relazioni mensili di cui al presente comma sono trasmessi altresi' alle competenti Commissioni parlamentari.))

Art. 4



Relazione al Parlamento

((1. Il Presidente del Consiglio dei Ministri o il Ministro da lui delegato riferisce ogni sei mesi alle Camere sull'attivita' di razionalizzazione della spesa pubblica di cui al presente decreto e invia altresi' al Parlamento una relazione semestrale sulla medesima attivita'. In fase di prima applicazione il Governo adempie agli obblighi di cui al presente comma entro il 31 luglio 2012.))
2. La relazione di cui al comma 1 e' trasmessa anche alla Corte dei conti.

Art. 5



Poteri

1. Il Commissario ha diritto di corrispondere con tutte le pubbliche amministrazioni e con gli enti di diritto pubblico e di chiedere ad essi, oltre a notizie ed informazioni, la collaborazione per l'adempimento delle sue funzioni. In particolare, il Commissario ha il potere di chiedere informazioni e documenti alle singole amministrazioni e alle societa' di cui all'articolo 2, comma 2, nonche' di disporre che vengano svolte, nei confronti delle stesse, ispezioni ((e verifiche)) a cura dell'Ispettorato per la funzione pubblica e del Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato. ((Nell'esercizio delle sue funzioni, il Commissario puo' altresi' richiedere, previe intese ai sensi dell'articolo 3, comma 1, del decreto legislativo 19 marzo 2001, n. 68, la collaborazione della Guardia di finanza.)) Le amministrazioni pubbliche e le societa' a totale partecipazione pubblica che svolgono compiti di centrale di committenza hanno l'obbligo di trasmettere i dati e i documenti richiesti, nonche', comunque, di fornire la piu' ampia collaborazione al Commissario.
2. Fatto salvo quanto previsto dall'articolo 2, comma 4, il Commissario ha il potere di definire, per voci di costo, il livello di spesa per acquisti di beni e servizi da parte delle amministrazioni pubbliche. ((Il Commissario puo' altresi' emanare direttive generali nei riguardi delle societa' di cui all'articolo 2, comma 2, finalizzate all'ottimizzazione delle procedure di acquisto di beni e servizi alle quali gli organi di amministrazione delle stesse si attengono nell'esercizio della propria autonomia gestionale.))
3. Il Commissario segnala al Consiglio dei Ministri ((e al Presidente della Regione interessata)) le norme di legge o di regolamento o i provvedimenti amministrativi di carattere generale, che determinano spese o voci di costo delle singole amministrazioni, che possono essere oggetto di soppressione, riduzione o razionalizzazione e propone a tale fine i necessari provvedimenti amministrativi, regolamentari e legislativi.
4. Il Commissario esprime parere circa le iniziative necessarie per rimuovere o prevenire gli eccessi di spesa e puo' pubblicare i pareri nei modi piu' congrui in relazione alla natura e all'importanza delle situazioni distorsive.
5. Su ((motivata)) proposta del Commissario, il Presidente del Consiglio dei Ministri o il Ministro da questi delegato ((o, per le Regioni, il Presidente della Regione interessata o, per le Regioni commissariate per la redazione e l'attuazione del piano di rientro del disavanzo sanitario, il commissario ad acta per le disposizioni in ambito sanitario, ovvero, per gli enti locali, il Presidente della Provincia interessata e il Sindaco del Comune interessato)) possono adottare le seguenti misure: a) sospensione, revoca o annullamento d'ufficio di singole procedure relative all'acquisto di beni e servizi ((anche per motivate ragioni di opportunita')); b) introduzione di obblighi informativi a carico delle pubbliche amministrazioni finalizzati alla trasparenza ed all'effettivo esercizio delle funzioni di monitoraggio e supervisione ((attribuite)) al Commissario ai sensi del comma 1.
6. I provvedimenti di cui al comma 5 sono segnalati, anche ai fini di quanto previsto dall'articolo 11 della legge 4 marzo 2009, n. 15, al Presidente della Corte dei conti, il quale, per quanto riguarda le regioni, li comunica alla competente sezione regionale di controllo della Corte medesima.
7. Il Commissario segnala alle amministrazioni ((e alla Conferenza permanente per il coordinamento della finanza pubblica di cui all'articolo 33 del decreto legislativo 6 maggio 2011, n. 68,)) le misure di razionalizzazione della spesa, ((inclusa l'attivazione e lo sviluppo di centrali regionali di acquisto,)) e fissa un termine per il raggiungimento degli obiettivi prefissati. Alla scadenza del termine il Consiglio dei Ministri puo' autorizzare, nel rispetto dell'articolo 120 della Costituzione, l'esercizio di poteri sostitutivi dei vertici delle amministrazioni inadempienti.
((7-bis. Il Commissario promuove lo sviluppo del sistema a rete delle centrali regionali di acquisto di cui all'articolo 1, comma 457, della legge 27 dicembre 2006, n. 296.))
8. Le amministrazioni provvedono all'attuazione dei compiti previsti dal presente articolo con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente.

Art. 6



Requisiti di nomina

1. Il Commissario opera in piena autonomia e con indipendenza di giudizio e di valutazione ed e' scelto tra persone((, anche estranee alla pubblica amministrazione,)) provenienti da settori economici dotate di alta e riconosciuta professionalita', di notorie esperienza e capacita'.

Capo II
Norme sostanziali



Art. 7


Modifiche alle disposizioni in materia di procedure di acquisto

1. All'articolo 1, comma 449, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, le parole: «con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze sono individuati, entro il mese di gennaio di ogni anno, tenuto conto delle caratteristiche del mercato e del grado di standardizzazione dei prodotti, le tipologie di beni e servizi per le quali» sono soppresse e, dopo le parole: «utilizzando le convenzioni stipulate dalle centrali regionali di riferimento», sono aggiunte le seguenti: «ovvero, qualora non siano operative convenzioni regionali, le convenzioni-quadro stipulate da Consip S.p.A.».
2. All'articolo 1, comma 450, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, le parole: «di cui all'articolo 11, comma 5, del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 4 aprile 2002, n. 101»

sono sostituite dalle seguenti: «di cui all'articolo 328, comma 1, del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 5 ottobre 2010, n. 207. Fermi restando gli obblighi previsti al comma 449 del presente articolo, le altre amministrazioni pubbliche di cui all'articolo 1 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, per gli acquisti di beni e servizi di importo inferiore alla soglia di rilievo comunitario sono tenute a fare ricorso al mercato elettronico della pubblica amministrazione ovvero ad altri mercati elettronici istituiti ai sensi del medesimo articolo 328».

3. Le organizzazioni non lucrative di utilita' sociale di cui al decreto legislativo 4 dicembre 1997, n. 460, nonche' le organizzazioni di volontariato di cui alla legge 11 agosto 1991, n. 266, iscritte nei registri istituiti dalle regioni e dalle province autonome di Trento e di Bolzano possono ricorrere per l'acquisto di beni e di servizi alle convenzioni stipulate dalla societa' Consip Spa ai sensi dell'articolo 26 della legge 23 dicembre 1999, n. 488, e successive modificazioni, nonche' al mercato elettronico della pubblica amministrazione, previsto dall'articolo 328 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 5 ottobre 2010, n. 207, nel rispetto dei principi di tutela della concorrenza.

Art. 7 bis



Misure urgenti per la riduzione dei prezzi unitari corrisposti dalle aziende sanitarie locali per gli acquisti di beni e servizi

1. All'articolo 17, comma 1, lettera a), del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111, sono aggiunti, in fine, i seguenti periodi: «. Qualora sulla base dell'attivita' di rilevazione di cui al presente comma, nonche' sulla base delle analisi effettuate dalle Centrali regionali per gli acquisti anche grazie a strumenti di rilevazione dei prezzi unitari corrisposti dalle aziende sanitarie locali per gli acquisti di beni e servizi, emergano differenze significative dei prezzi unitari, non giustificate da particolari condizioni tecniche o logistiche delle forniture, le aziende sanitarie locali sono tenute a proporre ai fornitori una rinegoziazione dei contratti che abbia l'effetto di ricondurre i prezzi unitari di fornitura ai prezzi di riferimento come sopra individuati, senza che cio' comporti modifica della durata del contratto. In caso di mancato accordo, entro il termine di trenta giorni dalla trasmissione della proposta, in ordine ai prezzi come sopra proposti, le aziende sanitarie locali hanno il diritto di recedere dal contratto senza alcun onere a carico delle stesse, in deroga all'articolo 1671 del codice civile.

Art. 8



Dati in tema di acquisizioni di beni e servizi

1. Al fine di garantire la trasparenza degli appalti pubblici, l'Osservatorio dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture rende pubblici, attraverso il proprio portale, i dati e le informazioni comunicati dalle stazioni appaltanti ai sensi dell'articolo 7, comma 8, lettere a) e b), del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, con modalita' che consentano la ricerca delle informazioni anche aggregate relative all'amministrazione aggiudicatrice, all'operatore economico aggiudicatario ed all'oggetto di fornitura.
2. Ai fini dell'attività di monitoraggio, analisi e valutazione della spesa pubblica, nonché delle attivita' strumentali al Programma di razionalizzazione degli acquisti della pubblica amministrazione, l'Osservatorio dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture trasmette, con cadenza semestrale, al Ministero dell'economia e delle finanze e, per esso, a Consip S.p.A.

((nonché, per l'ambito territoriale di riferimento, alle Regioni e, per esse, alle centrali regionali di acquisto,)) i dati di cui al comma 1.

((2-bis. All'articolo 7, comma 8, alinea, del codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture, di cui al decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, le parole: «150.000 euro» sono sostituite dalle seguenti: «50.000 euro».))

Art. 9



Attività della centrale di committenza nazionale attraverso sistema informatico

1. Il Ministero dell'economia e delle finanze mette a disposizione, a titolo gratuito, il proprio sistema informatico di negoziazione in modalita' ASP (Application Service Provider) delle pubbliche amministrazioni e degli altri soggetti pubblici che si avvalgono di Consip S.p.A., anche ai sensi dell'articolo 29 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, e delle disposizioni del presente decreto.

Art. 10



((Acquisizioni di beni e servizi relativi ai sistemi informativi automatizzati attraverso il ricorso a centrali di committenza e interpretazione autentica dell'articolo 18, comma 3, del decreto legislativo 1° dicembre 2009, n. 177))

((1. All'articolo 3, comma 3, del decreto legislativo 1° dicembre 2009, n. 177, dopo il primo periodo e' inserito il seguente: «Tali pareri sono facoltativi per le centrali di committenza e per le amministrazioni che ad esse ricorrono per le acquisizioni di beni e servizi».
1-bis. L'articolo 18, comma 3, del decreto legislativo 1° dicembre 2009, n. 177, si interpreta nel senso che il contributo forfetario non e' dovuto nel caso di gare predisposte dalle amministrazioni contraenti e per le quali sono stati chiesti a DigitPA i pareri di cui all'articolo 3 dello stesso decreto.))

Art. 11



Mercato elettronico della pubblica amministrazione

1. All'articolo 11, comma 10-bis, lettera b), del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, sono aggiunte in fine, le seguenti parole: «e nel caso di acquisto effettuato attraverso il mercato elettronico della pubblica amministrazione di cui all'articolo 328 del ((regolamento))».

Art. 12



Aggiudicazione di appalti con il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa

1. Al comma 2 dell'articolo 120 del decreto del Presidente della Repubblica 5 ottobre 2010, n. 207, e' premesso il seguente periodo: «La commissione((, anche per le gare in corso ove i plichi contenenti le offerte tecniche non siano stati ancora aperti alla data del 9 maggio 2012,)) apre in seduta pubblica i plichi contenenti le offerte tecniche al fine di procedere alla verifica della presenza dei documenti prodotti.».
2. Al comma 2 dell'articolo 283 del decreto del Presidente della Repubblica 5 ottobre 2010, n. 207, e' premesso il seguente periodo: «La commissione((, costituita ai sensi dell'articolo 84 del codice, anche per le gare in corso ove i plichi contenenti le offerte tecniche non siano stati ancora aperti alla data del 9 maggio 2012,)) apre in seduta pubblica i plichi contenenti le offerte tecniche al fine di procedere alla verifica della presenza dei documenti prodotti» ((e dopo le parole: «In una o piu' sedute riservate, la commissione» le parole: «, costituita ai sensi dell'articolo 84 del codice,» sono soppresse)).
((3. (soppresso).))

Art. 13



Semplificazione dei contratti di acquisto di beni e servizi

1. Per i contratti relativi agli acquisti di beni e servizi degli enti locali, ove i beni o i servizi da acquistare risultino disponibili mediante strumenti informatici di acquisto, non trova applicazione quanto previsto dall'articolo 40 della legge 8 giugno 1962, n. 604.

Art. 13 bis



Disposizioni in materia di certificazione e compensazione dei crediti vantati dai fornitori di beni e servizi nei confronti delle amministrazioni pubbliche

1. All'articolo 9 del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2, sono apportate le seguenti modificazioni: a) al comma 3-bis, al primo periodo, dopo le parole: «enti locali» sono inserite le seguenti: «nonche' gli enti del Servizio sanitario nazionale» e le parole: «sessanta giorni» sono sostituite dalle seguenti: «trenta giorni»; al secondo periodo, le parole da: «provvede la Ragioneria territoriale dello Stato» fino alla fine del periodo sono sostituite dalle seguenti: «e' nominato un Commissario ad acta, con oneri a carico dell'ente debitore. La nomina e' effettuata dall'Ufficio centrale del bilancio competente per le certificazioni di pertinenza delle amministrazioni statali centrali e degli enti pubblici nazionali, o dalla Ragioneria territoriale dello Stato competente per territorio per le certificazioni di pertinenza delle amministrazioni statali periferiche, delle regioni, degli enti locali e degli enti del Servizio sanitario nazionale»; b) al comma 3-ter, la lettera b) e' sostituita dalla seguente: «b) dagli enti del Servizio sanitario nazionale delle regioni sottoposte a piano di rientro dai disavanzi sanitari, ovvero a programmi operativi di prosecuzione degli stessi, qualora nell'ambito di detti piani o programmi siano state previste operazioni relative al debito. Sono in ogni caso fatte salve le certificazioni rilasciate ai sensi dell'articolo 11, comma 2, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, nonché le certificazioni rilasciate nell'ambito di operazioni di gestione del debito sanitario, in attuazione dei predetti piani o programmi operativi»; c) dopo il comma 3-ter, e' aggiunto il seguente: «3-quater. Esclusivamente per consentire la cessione di cui al primo periodo del comma 3-bis, sono fatte salve le certificazioni rilasciate ai sensi dell'articolo 141, comma 2, del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 5 ottobre 2010, n. 207, secondo le modalità stabilite con il decreto di attuazione di cui all'articolo 13, comma 2, della legge 12 novembre 2011, n. 183».



2. All'articolo 28-quater, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 602, sono apportate le seguenti modificazioni: a) al primo periodo, dopo le parole: «nei confronti» sono inserite le seguenti: «dello Stato, degli enti pubblici nazionali,»; b) al secondo periodo, dopo le parole: «legge 28 gennaio 2009, n. 2,» sono inserite le seguenti: «o le certificazioni richiamate all'articolo 9, comma 3-ter, lettera b), ultimo periodo, del medesimo decreto,»; c) al quarto periodo, le parole: «la regione, l'ente locale o l'ente del Servizio sanitario nazionale» sono sostituite dalle seguenti: «l'ente debitore» e le parole: «della regione, dell'ente locale o dell'ente del Servizio sanitario nazionale» sono sostituite dalle seguenti: «dell'ente debitore».

3. All'articolo 31 del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, sono apportate le seguenti modificazioni: a) al comma 1-bis, l'ultimo periodo e' soppresso;

b) al comma 1-ter, le parole da: «; le modalita' di certificazione» fino alla fine del comma sono soppresse.

4. All'attuazione delle disposizioni di cui ai commi da 1 a 3 si provvede con le modalita' previste dall'articolo 13, comma 2, della legge 12 novembre 2011, n. 183. Le certificazioni dei crediti rilasciate secondo le modalita' indicate dall'articolo 9, comma 3-ter, lettera b), secondo periodo, del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2, come sostituita dal comma 1 del presente articolo, possono essere utilizzate anche ai fini dell'ammissione alla garanzia del fondo di garanzia di cui all'articolo 2, comma 100, lettera a), della legge 23 dicembre 1996, n. 662, secondo i criteri e le modalita' e nei limiti stabiliti dal decreto di cui all'articolo 8, comma 5, lettera b), del decreto-legge 13 maggio 2011, n. 70, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 luglio 2011, n. 106, e all'articolo 39 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214.
5. Il documento unico di regolarita' contributiva di cui all'articolo 1, comma 1175, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, e' rilasciato anche in presenza di una certificazione, rilasciata ai sensi dell'articolo 9, comma 3-bis, del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2, come da ultimo modificato dal presente articolo, che attesti la sussistenza e l'importo di crediti certi, liquidi ed esigibili vantati nei confronti delle pubbliche amministrazioni di importo almeno pari agli oneri contributivi accertati e non ancora versati da parte di un medesimo soggetto. Con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, da adottare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, sono stabilite le modalita' di attuazione del presente comma, assicurando l'assenza di riflessi negativi sui saldi di finanza pubblica.

Art. 13 ter



Utilizzo di erogazioni liberali nel caso di acquisti attraverso convenzioni-quadro e attraverso il mercato elettronico della pubblica amministrazione

1. Le amministrazioni pubbliche, nel caso di acquisti di beni e di servizi attraverso convenzioni-quadro stipulate dalla societa' Consip Spa ai sensi dell'articolo 26 della legge 23 dicembre 1999, n. 488, e successive modificazioni, o attraverso il mercato elettronico della pubblica amministrazione previsto dall'articolo 328 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 5 ottobre 2010, n. 207, possono utilizzare, al fine del pagamento del relativo corrispettivo, erogazioni liberali in denaro rese in loro favore per la realizzazione delle finalita' per le quali il citato acquisto e' effettuato. Le erogazioni liberali in denaro di cui al primo periodo possono essere rese in modo diretto in favore dell'amministrazione, mediante versamento all'entrata del bilancio dello Stato nel caso delle amministrazioni statali ovvero all'entrata dei relativi bilanci autonomi nel caso delle amministrazioni pubbliche, oppure in modo indiretto, attraverso il pagamento totale o parziale delle fatture emesse dall'aggiudicatario per la prestazione resa nei confronti dell'amministrazione.
2. Le erogazioni liberali di cui al comma 1 e le relative accettazioni sono effettuate in forma semplificata attraverso il sistema informatico di negoziazione tramite il quale e' reso disponibile il mercato elettronico della pubblica amministrazione di cui al medesimo comma 1, in deroga all'articolo 782 del codice civile.
3. Sul portale www.acquistinretepa.it sono indicate le istruzioni operative e le modalita' tecniche per l'attuazione dei commi 1 e 2.
4. Le somme affluite all'entrata del bilancio dello Stato ai sensi del comma 1 sono trimestralmente riassegnate agli stati di previsione delle amministrazioni statali interessate per essere destinate al pagamento del corrispettivo dell'acquisto di beni e servizi di cui al medesimo comma 1.))

Art. 14



Misure in tema di riduzione dei consumi di energia e di efficientamento degli usi finali dell'energia

1. Le amministrazioni pubbliche di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, entro 24 mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto, sulla base delle indicazioni fornite dall'Agenzia del demanio, adottano misure finalizzate al contenimento dei consumi di energia e all'efficientamento degli usi finali della stessa, anche attraverso il ricorso ai contratti di servizio energia di cui al decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412, e al decreto legislativo 30 maggio 2008, n. 115((, e anche nelle forme dei contratti di partenariato pubblico privato di cui all'articolo 3, comma 15-ter, del codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture, di cui al decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163. L'affidamento della gestione dei servizi energetici di cui al presente comma deve avvenire con gara a evidenza pubblica, con le modalita' di cui all'articolo 15 del decreto legislativo 30 maggio 2008, n. 115)).

Art. 15



Copertura finanziaria

1. All'onere derivante dall'articolo 3, comma 1, lettera b), del presente decreto, pari a euro 155 mila nell'anno 2012 e a euro 78 mila nell'anno 2013, si provvede mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui al decreto legislativo n. 303 del 1999, come determinata dalla tabella C della legge 12 novembre 2011, n. 183.
2. Il Ministro dell'economia e delle finanze e' autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.

Art. 16



Entrata in vigore

1. Il presente decreto entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e sara' presentato alle Camere per la conversione in legge.