Per Smart Contract si intende la traduzione del contratto in un codice che legge sia le clausole concordate dalle parti sia le condizioni al verificarsi delle quali devono aversi date “reazioni”. Gli Smart Contract rappresentano dunque, in linea di massima, uno strumento efficace per trasformare un normale contratto in codice, contratto in cui le clausole diventeranno dei blocchi condizionati di un algoritmo: al verificarsi di determinate condizioni il programma eseguirà determinate istruzioni.
La particolarità dello Smart Contract, o contratto intelligente, è che si autoesegue automaticamente nel momento in cui i dati riferiti alle situazioni reali corrispondono ai dati riferiti alle condizioni e alle clausole concordate. Lo Smart Contract, dunque, necessita di un supporto legale per la sua stesura, ma non per la sua verifica e attivazione. Per tale motivo lo Smart Contract deve basarsi su una descrizione precisa di condizioni e situazioni e sulla precisa individuazione delle fonti di dati alle quali il contratto è chiamato ad attenersi, risultando privo di ogni forma di interpretazione.
Gli Smart Contract però non rappresentano una novità. Sono infatti nati negli anni 70 per soddisfare l’esigenza di attivare o disattivare licenze software al verificarsi di condizioni molto semplici, e sono stati oggetto di sperimentazione negli anni 90. Purtuttavia non possedevano ancora le necessarie garanzia di affidabilità e sicurezza, garanzie acquisite solo recentemente tramite l’affiancamento delle Blockchain: lo smart contract deve infatti poter garantire sia che il codice in cui è stato scritto non possa essere modificato sia che le fonti di dati che determinano le condizioni e le modalità di lettura delle fonti stesse siano certificate. Emerge così l’importanza del ruolo sia del legale che individua condizioni e fonti, sia del programmatore che deve tradurre il contratto in codice.
Cosa si intende per blockchain
Attribuire alla blockchain un’unica definizione è, però, difficile. Cercando di semplificare, si potrebbe dire che la blockchain rappresenta una forma di archivio decentralizzato che permette di gestire i vari dati in esso contenuti, tramite l’uso di un vario e diversificato gruppo di tecnologie. Tali tecnologie consentono infatti la creazione di una articolata catena di blocchi/nodi contenenti le transazioni ed in cui è presente un meccanismo di consenso distribuito su tutti i nodi/blocchi che partecipano al processo di validazione della condizione. In tal modo si riescono a garantire immutabilità, trasparenza, tracciabilità delle transazioni e l’uso di avanzate tecniche di crittografia. E’ facile pertanto comprendere come un tale meccanismo permetta, alle parti che vi si affidano, di avere completa fiducia sulla inalterabilità e immodificabilità delle clausole ivi inserite.
La blockchain permette una mole elevata di transazioni distribuite tra più nodi della rete, dove ogni transazione è validata dalla rete ed ogni nodo conserva una copia di tutte le transazioni che possono essere modificate solo con l’approvazione di tutti i nodi della rete.
E’ questo il motivo per cui la blockchain consente la creazione di asset digitali unici, non duplicabili e, come detto, immutabili.
La forza della blockchain
Affidarsi ad una blockchain equivale, purtuttavia, a decentralizzare il proprio approccio al contratto. Nel quotidiano siamo abituati a ragionare in modo centralizzato, ovvero in modalità client-server. In tale configurazione la fiducia è riposta nell’autorevolezza del soggetto o dell’autorità che rappresenta il server.
Con l’utilizzo dei blocchi bisogna invece abbandonare questa configurazione e comprendere come le parti non siano svincolate le une dalle altre ed i soggetti coinvolti non possano prevalere l’uno sull’altro.
La blockchain, infatti, è come un grande libro mastro, una sorta di registro pubblico o privato, trasparente, decentralizzato e crittograficamente sicuro, che permette la gestione ordinata e sequenziale di infinite transazioni alla pari, transazioni che sono tutte validate e correlate da un marcatore temporale.
Esempi e potenzialità degli smart contract
Un esempio di smart contract eclatante è EBAY che incorpora al suo interno degli smart contract sotto forma di procedure che, in modo automatico, eseguono le clausole del contratto che i contraenti sottoscrivono quando vi si affidano.
Ma le potenzialità di tale forma contrattuale sono enormi.
Gli Smart Contract possono essere usati in ambito di diritto d’autore, per arginare fenomeni di pirateria di film, musica ed ebook: l’uso di smart contract infatti permetterebbe di registrare tutti i trasferimenti di un contenuto digitale e di esigere il diritto d’autore sulla base dell’uso legale della copia che se ne intenda fare. Si possono usare per semplificare la procedura di registrazione di un brevetto, evitando che la concorrenza sfrutti un brevetto prima dell’inventore che lo ha registrato. Gli smart contract potrebbero essere usati in modo fruttuoso anche in ambito di trattamento dei dati sensibili grazie ad una blockchain privata per conservare e gestire i registri digitali in modo decentralizzato, per amministrare in modo sicuro la riscossione delle imposte o le cartelle cliniche, per arginare la vendita di farmaci contraffatti. Ancora, potrebbero favorire la visibilità in tempo reale di ogni passo compiuto dai prodotti all’interno di una catena di fornitura e consentire l’acquisto di energia elettrica senza l’intervento di intermediari.
Fonti: www.blockchain4innovation.it
www.zerounoweb.it
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